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Omelia TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE B del 6 Agosto 2006

Ho letto il testo di Matteo mentre nel foglietto c’è quello di Marco¸ non solo perché quello di Marco l’abbiamo già letto¸ come tutti gli anni¸ nella seconda domenica di quaresima ma perché la frase che viene messa in bocca a Dio Padre nel testo di Matteo è più vicina a quella che viene citata nel brano della seconda Lettera di Pietro perché contiene la frase non solo “Questo è il mio figlio prediletto” ma anche “Nel quale mi sono compiaciuto”. Non è una cosa importantissima¸ ma è soltanto per rendere più coincidenti le due letture. Cercare di capire questo mistero della Trasfigurazione non è facile. Le Chiese orientali¸ come sapete – c’è scritto anche sul foglietto nell’ultima pagina – sono sempre rimaste entusiaste di questa Trasfigurazione e ne hanno fatto uno degli elementi più convincenti della loro visione di fede. L’Occidente latino è sempre stato molto più sobrio e direi un pochino perplesso di fronte a questo racconto della Trasfigurazione. L’Oriente vede quello che poi sentirete dire anche nel prefazio¸ cioè che la Trasfigurazione avrebbe come scopo non soltanto¸ come spesso si dice¸ di aiutare i discepoli a superare lo scandalo della croce per cui quando vedono Gesù crocifisso capiscono che ci deve essere della gloria di Dio anche nella miseria umana della croce¸ ma¸ come dirà il prefazio¸ per anticipare la gloria della Chiesa¸ adesso non ricordo esattamente le parole ma lo sentirete. E anche nella orazione iniziale avete sentito che si diceva che la Trasfigurazione ci fa capire che Dio vuol renderci suoi figli¸ e l’Oriente ha sempre visto appunto nella luminosità della figura di Cristo trasfigurato la rivelazione che non soltanto lui¸ ma anche tutti quelli che credono in lui sono destinati¸ dopo la morte¸ a riavere una vita che è ancora vita umana¸ ma è piena di luce¸ di splendore¸ di gloria. Quindi hanno visto nella Trasfigurazione non soltanto un fatto che riguarda la persona di Gesù¸ ma un qualcosa che riguarda¸ più che la persona di Gesù¸ l’insieme dei discepoli che credono in lui. E’ cioè la Trasfigurazione dell’uomo che¸ nell’eternitภdiventa simile a Dio ed ecco perché per loro la Trasfigurazione è la sintesi o quell’evento che richiama la sostanza della fede cristiana. Perché nella Trasfigurazione noi scopriamo non soltanto chi è veramente Gesù¸ cioè non un semplice uomo¸ non una vittima dei peccatori che l’hanno crocifisso¸ ma lo splendore della gloria di Dio presente nella carne umana¸ ma anche noi siamo destinati a partecipare di questo splendore divino che trasformerà anche il nostro essere. Questa è la visione orientale¸ intendo dire greca¸ slava¸ delle Chiese ortodosse e loro¸ infatti¸ per quello che ne sappiamo¸ nei loro catechismi¸ nella predicazione¸ nelle preghiere¸ nel modo di celebrare la liturgia trasmettono continuamente questo tema: a che cosa serve il cristianesimo nel mondo? A prepararci a questa Trasfigurazione ed i sacramenti stessi vengono intesi come qualcosa che gradualmente - qualcuno addirittura dice quasi come una specie di azione fisica¸ trasformazione - preparano la nostra carne mortale a diventare capace di vita eterna nello splendore di Dio. E’ una interessante interpretazione della spiritualità orientale che non è molto diffusa o almeno non è cosí centrale nella nostra spiritualità occidentale. Perché¸ adesso faccio un gioco di parole¸ direi che il nostro mondo latino¸ specialmente a partire dai secoli dodicesimo¸ tredicesimo¸ cioè dal nostro medioevo non ha tanto valorizzato il Cristo trasfigurato¸ ma piuttosto il Cristo sfigurato nella crocifissione¸ e soltanto per ragioni mnemoniche¸ qui faccio un gioco di parole¸ il nostro crocifisso che è molto bello¸ rappresenta il Cristo sfigurato dalla Passione¸ dalla morte¸ dalla croce e nelle nostre rappresentazioni occidentali¸ cosa che in Oriente assolutamente non esiste¸ c’è spesso una sottolineatura¸ alle volte perfino esagerata per non dire caricaturale¸ delle sofferenze del Cristo piagato¸ sanguinante¸ sofferente. Alla domanda: chi è veramente Gesù? Queste figure del Cristo rispondono dicendo: è colui che porta i nostri dolori¸ le nostre pene¸ è colui che condivide la nostra miseria¸ condivide anche i nostri momenti di gioia e di sviluppo¸ ma di quelli non c’è bisogno¸ è la vicinanza e la prossimità di Dio al soffrire umano. E direi che alla domanda: cosa nasconde Gesù dentro di sé¸ qual è la sua vera identità? Se svelasse il segreto della sua persona¸ cosa apparirebbe? L’Occidente latino dal medioevo in poi tende a rispondere: rivelerebbe di essere l’uomo dei dolori¸ il Figlio di Dio che partecipa alle nostre sofferenze. Non è che l’Oriente non dica questo¸ però direi che sarebbe tentato di dare come prima risposta: colui che anticipa la gloria che riceveremo. Ma tutte due le cose sono vere¸ tutte due le cose stanno insieme però mi pare che sia sempre utile¸ specialmente in questi anni nei quali vorremmo che l’Europa tutta intera¸ Oriente ed Occidente¸ rivivesse le sue secolari tradizioni cristiane per capire che cosa è stato il cristianesimo per noi e che cosa può continuare ad essere. Ho l’impressione che questi raffronti¸ anche se necessariamente sempre un po’ superficiali¸ però abbiano qualcosa di vero e di utile per capire¸ per cui direi che nel contesto di oggi la domanda che vi pongo come sempre è questa: voi cosa pensate che sia¸ come vi immaginate la segreta identità di Gesù? Perché ogni persona¸ anche la più sincera si manifesta in un certo modo¸ però custodisce sempre di sé un segreto¸ che cos’è veramente il suo io profondo¸ nella sua identità che si può cercare di scoprire dalla fisionomia¸ dal suo sguardo¸ dalle cose che fa¸ ma chi è veramente costui? La domanda ponetevela: cosa pensa ciascuno di voi che sia veramente Gesù? Il racconto evangelico della Trasfigurazione insiste su questo elemento simbolico molto frequente. In tutte le culture è la luce di Dio¸ è lo splendore¸ è la gloria abbagliante¸ un’immagine che¸ a pensarci bene¸ a noi sembra un po’ vuota; anche nelle preghiere dei fedeli si giocherà sul tema della luce “Illuminami”. Cosa vuol dire tutto questo? Che cos’è questa luce? La seconda Lettera di Pietro è interessante per un altro motivo¸ perché collega questa memoria quasi certamente della Trasfigurazione alla luce che viene dalla Sacra Scrittura: “Questa voce l’abbiamo udita scendere dal cielo mentre eravamo con lui sul santo monte¸ e cosí abbiamo conferma migliore”. E qui purtroppo il testo greco si può tradurre equivalentemente in due modi differenti: “Conferma migliore della parola dei profeti” come dice la traduzione italiana (ma qualunque alunno che sa il greco potrebbe tradurre correttamente “Abbiamo conferma migliore nella parola dei profeti”). Per cui si potrebbe discutere se l’autore del testo intende porre il ricordo della Trasfigurazione al di sopra della Scrittura: migliore di essa¸ oppure se intende dire che al di là di questo ricordo abbiamo comunque una conferma migliore nella parola dei profeti¸ alla quale fate bene a volgere l’attenzione. Ed è interessante questo modo di scrivere perché ci fa capire che le visioni¸ come quella della Trasfigurazione aiutano a confermare la fede non nel senso che sono delle prove¸ delle dimostrazioni ma nel senso che cercando di illuminare l’identità della persona o del fatto aiutano a renderla credibile perché danno un senso¸ un significato coerente e accettabile a quello che si vede. Allora ricordare che Cristo¸ e notate la stranezza: a tre discepoli soltanto per cui tutti gli altri¸ non soltanto noi¸ ma anche gli altri nove devono fidarsi del racconto di Pietro¸ Giacomo e Giovanni. Quindi la Trasfigurazione è una prova¸ non serve a dimostrare niente perché tutto poi dipende dalla credibilità del racconto fatto da questi tre¸ ma se questi tre¸ quando raccontano presentano Gesù in maniera credibile¸ cioè lo rendono simpatico¸ lo rendono attraente¸ lo rendono coerente allora uno dice: “Però¸ interessante!”. Vi faccio un esempio¸ che probabilmente non tutti condividerete¸ per comprendere meglio questo fatto¸ perchè la visione¸ a prescindere dal fatto che sia suggestiva¸ reale¸ avvenuta o no¸ ha come sua funzione questo¸ di presentarti il valore di una persona in una maniera che te la renda attraente¸ e penso a quella forma di Trasfigurazione che una povera suora di Paray -le-Monial ritenne di aver visto¸ mentre pregava¸ per cui ha visto la persona di Gesù con il cuore che si rende visibile per trasparenza¸ il Sacro Cuore. E’ una Trasfigurazione¸ non c’è maggiore realtà storica in quella dei Vangeli che non in quella di santa Maria Margherita Alacoque¸ anzi¸ è certamente più corrente¸ più sicuro quello di santa Margherita che non quello dei Vangeli. Che utilità hanno queste cose? Che la gente vede quel disegno¸ questa immagine e non sta a controllare se l’ha vista veramente¸ se è vera o non vera¸ ma rimane incantato dal senso di quella immagine. Ecco perché la devozione al sacro Cuore si è diffusa¸ perché colui che ha tanto amato gli uomini¸ e li ha amati da uomo¸ e allora c’è il suo cuore che diventa simbolo della sua persona. Al posto della luce c’è il cuore. Ecco perché¸ dicevo che le visioni sono destinate naturalmente a variare¸ a cambiarsi¸ a modificarsi con le diverse culture¸ il loro scopo non è tanto quello di essere delle prove e neanche direi delle indicazioni oggettive della realtภma delle interpretazioni che ci fanno capire. Cosa rappresenta¸ chi è per te Gesù? Una quantità di persone oggi risponderebbe “Per me è il Sacre Cuore”. Cosa vuol dire Sacro Cuore? E’ un uomo che ama¸ che ama come amano gli uomini¸ senza niente di erotico¸ ma con una disposizione al sacrificio¸ infatti su quel cuore c’è una piccola corona di spine e una crocetta. Non c’è molta differenza tra il racconto evangelico della Trasfigurazione e questa vicenda. E ce ne sono anche altri nella storia dei mistici che nella Chiesa hanno visto. Allora¸ come se fossimo in una scuola elementare¸ dove si fanno fare gli esercizi ai bambini¸ io direi: ciascuno di voi immagini come lo disegnerebbe¸ come lo vedrebbe Gesù. Alla maniera di Pietro¸ Giacomo e Giovanni con Mosè ed Elia¸ sul monte splendente¸ col sole¸ il vestito candido come diceva Marco? Alla maniera di santa Margherita col cuore? In altra maniera? Come lo vedete voi¸ con in mano il compasso¸ col telefonino? Gesù¸ se vi apparisse per farvi capire chi è veramente lui¸ come lo vedreste? Secondo me il procurarci o il costruire con la nostra mente una visione di questo genere è già una preghiera ed è molto utile per la nostra formazione cristiana.