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Omelia XV DOM. T.O. B del 16 Luglio 2006

La presenza in questa messa della seconda lettura che è uno dei brani più importanti del N.T.¸ ci obbliga a trascurare tutto il resto perché un testo importante come quello che avete sentito leggere come seconda lettura che non viene mai spiegato¸ o quasi mai¸ esige invece di essere illustrato. E’ l’inizio della Lettera¸ ha la forma di un inno¸ è indubbiamente sovrabbondante¸ è in un certo modo un pochino pomposo e retorico¸ questo è vero perché c’è una certa ridondanza di affermazioni¸ se volete qualche esagerazione però¸ come vi sarete accorti ascoltando¸ è anche la fonte di quelle quattro¸ cinque o sei parole essenziali che da sempre fanno parte del modo di parlare cristiano: benedizione¸ creazione¸ predestinazione¸ redenzione¸ grazia. Le parole caratteristiche del modo di parlare cristiano sono tutte dentro questo testo quindi¸ non fosse altro per questa ragione¸ merita di pensarci su un momento. La prima cosa che tutti i commentatori spiegano per poter impostare la comprensione del testo è chiarire il significato della parola benedizione¸ benedetto¸ benedire. Perché il testo incomincia “Benedetto sia Dio Padre che ci ha benedetti con ogni benedizione”. Il concetto di benedizione lo capirebbe bene un musulmano che parla arabo se fosse qui perché nelle lingue semitiche le parole Baruk¸ Barak¸ con diverse vocalizzazioni¸ ma questa radice BKR¸ che esiste in tutte le lingue semitiche è utilizzatissima da tutti i linguaggi religiosi e non ha niente a che fare con il verbo ‘dire’. Ecco¸ è questo il punto¸ mentre traducendo in greco¸ in italiano¸ in molte lingue si è adoperato un verbo composto con la radice del Dire che dà l’impressione che il benedire sia una questione di parole: augurio¸ complimento¸ congratulazione¸ praticamente chiacchiera: “Stia bene! Tanti auguri!” che non producono nulla¸ parole. Benedire nel mondo cristiano è stato accompagnato dal gesto del segno della croce¸ che anche questo è un puro gesto con le mani. Nella sua radice ebraica la parola benedire ha tutto un altro senso al quale non può corrispondere una parola sola delle nostre perché benedire significa praticamente dare vita¸ è la parola che indica primariamente il rendere fecondo la pianta¸ l’animale¸ l’uomo. L’equivalente del benedire è fecondare¸ è sostenere la vita¸ promuoverla. Anche quando si dice “Benedetto sia Dio” non si intende dire “Dire delle parole di lode” ma si intende qualcosa¸ certo di diverso perchè quando la benedizione scende da Dio è come dicevo appunto il dono della feconditภdella vita¸ della libertภdella forza¸ quel che volete¸ è la promozione dell’esistenza. Quando si benedice Dio ovviamente non gli si dà esistenza¸ perché lui ne è la fonte¸ ma lo si riconosce come la fonte dell’esistenza. Cioè benedire Dio¸ nella loro lunga significa onorarlo¸ rispettarlo¸ ubbidirlo¸ riconoscerlo come grande. E una persona da cui tutto proviene la si riconosce come grande soprattutto ricevendo e usufruendo e godendo per cui il primo modo di benedire – potrà sembrare che alle volte io parli in modo paradossale ma lo faccio anche apposta – il primo modo di benedire è mangiare¸ se volete è curare la propria salute¸ è un modo di benedire. Sarebbe interessante se tutto il fitness di oggi potesse avere questa impronta religiosa. “Perché lo fai?”. “Non soltanto per farmi dire ‘Oh’ dagli altri che mi vedono¸ ma lo faccio perché il mio corpo è prezioso ed è anche giusto che sia bello. Benedico Dio quando lo faccio perché Dio mi ha benedetto”. Ovviamente il testo di Efesini non parla di questo¸ va in maggiore profonditภma una volta capito che la parola benedire ha questo più ampio significato che esce dallo stretto confine del parlare per toccare la realtภla concretezza delle cose. Scusate la parentesi¸ non voglio dilungarmi troppo¸ è stato osservato che la parola che viene messa in bocca a Maria nel “Magnificat”¸ dove anche in latino non c’è la radice “dire” ma c’è la radice “fare”: Rendo grande Dio¸ la mia anima rende Dio grande”. Chi ha scelto quella parola in greco¸ che non ha la radice “dire”: “Ringrazio Dio” ha colto questa area di interpretazione del benedire che¸ ripeto¸ ogni musulmano condividerebbe perché fa parte della loro lingua che è sorella dell’ebraico. Capisce che il benedire vuol dire il rendersi conto della grandezza prodigiosa del dono della vita che va rispettata¸ promossa¸ aiutata¸ goduta perché¸ ripeto¸ si benedice Dio mangiando¸ festeggiando. Il nostro testo aggiunge quello che il cristianesimo ha completato¸ ha introdotto più chiaramente di quanto non fosse nell’ebraismo e cioè la possibilità per l’uomo di raggiungere Dio. Perché è questo in fondo il di più che questo inno agli Efesini dice nei confronti della comune concezione ebraica del tempo. Gli ebrei¸ come sapete¸ in grande maggioranza¸ pensavano che con la morte tutto finisce¸ allora Dio mi benedice perché mi dà questa vita¸ io lo benedico perché mi godo questa vita. Il cristianesimo aggiunge questa altra cosa: “Ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo per essere santi e immacolati al suo cospetto predestinandoci ad essere figli”. E’ il riferimento a Dio è questo¸ il di più del cristianesimo¸ se ci pensate. La benedizione spirituale non è una benedizione materiale¸ cioè spirituale non si contrappone a corporeo¸ può anche contrapporsi al corporeo¸ ma nella lingua della Bibbia si contrappone a umano – terreno – mondano e significa divino. La benedizione spirituale nei cieli è la presenza dello Spirito Santo¸ infatti poi si descrive il battesimo. “In lui anche voi¸ dopo aver ascoltato la parola della veritภil Vangelo della vostra salvezza e avere in esso creduto¸ avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso”¸ questa è la benedizione spirituale nei cieli. E che cos’è lo Spirito Santo? “E’ Dio che si mette in contatto con noi e ci rende capaci di entrare in contatto con Dio il quale è caparra della nostra eredità in attesa della completa redenzione di coloro che Dio si è acquistato”. Cioè l’immagine è quella di Dio che ci chiama a far parte del suo mondo¸ non del nostro mondo¸ di quello che ha creato per noi¸ ma del suo¸ di cui non sappiamo nulla. Ma in fondo questo inno agli Efesini risponde alla domanda che è anche una domanda che può essere attuale oggi: Ma insomma questo cristianesimo cosa ci dà di più rispetto a quello che già abbiamo? Cosa ci propone¸ cosa cambia¸ cosa viene dal cristianesimo? E la risposta dell’inno è questa: che a tutte le benedizioni che sono le benedizioni del mondo si aggiunge la benedizione dello Spirito Santo per cui noi diventiamo figli adottivi. Essere cristiani vuol dire semplicemente aggiungere¸ non voglio semplificare troppo¸ ma aggiungere a quel riconoscimento della bellezza della vita che è naturale¸ che è ovvio¸ lo so anch’io¸ messo in crisi dalle disgrazie¸ dalle malattie¸ dalla morte¸ lo so¸ però¸ nella stragrande maggioranza la vita è benessere¸ è bene¸ ma aggiungere che tutto questo viene da Dio e che Dio¸ dopo che noi siamo passati attraverso i suoi beni¸ ci chiama ad essere suoi figli¸ e il testo aggiunge un’altra parola caratteristica¸ equivocata da sempre “predestinandoci”. La gente si arrabbia: “Come predestinandoci¸ allora ci obbliga!”. Non è questo il senso¸ il senso è che è la garanzia di arrivare alla meta¸ se uno potesse sapere¸ quando va a scuola¸ che è sicuro che all’esame finale passa o che c’è qualcosa che lo predestina a predente il posto di lavoro a cui aspira¸ ringrazierebbe per questa predestinazione¸ tant’è vero che chi non ce l’ha cerca di pagarla con la raccomandazione. Il “predestinandoci” è la risposta alla domanda dell’uomo che dice: “Ma ce la farò¸ tra le incertezze della vita¸ con tutti i fallimenti che ho visto¸ con la mia stessa fragilità?”. La risposta è: ma certo¸ Dio ci ha predestinati¸ quello che lui ha deciso avverrà e non è qualcosa che ci limita o ci costringe¸ ma è qualcosa che ci promuove. “Siamo stati fatti eredi essendo stati predestinati secondo il piano di colui che tutto opera efficacemente”. La predestinazione è la sicurezza di farcela¸ è la sicurezza di vincere il campionato¸ certo¸ l’Italia non ne aveva bisogno¸ perché sapeva di farcela da sola¸ ma il sapere “Ce la faremo?”. Il predestinato è questo: “Arriverò¸ ma è possibile?” “Si¸ sei predestinato perché Dio ti ha redento¸ cioè ti ha preso come cosa sua”: Ecco¸ ci sarebbero altre cose da dire¸ ma mi interessava che – poi la rileggete voi a casa la pagina di Efesini¸ e leggetela proprio come risposta a questa domanda: ma cosa ci dà in fondo il cristianesimo che non ci sappiano dare anche altri? E’ questo. Per di più¸ il testo insinua anche qualche passaggio concreto¸ per esempio chiarisce che la prima cosa¸ il punto di partenza è la soppressione di un ostacolo “Abbiamo la redenzione mediante il suo sangue e la remissione dei peccati”¸ quindi si elimina l’ostacolo più pericoloso “Secondo la ricchezza della sua grazia”. Quindi è sicuro che noi arriveremo alla meta ed il peccato non sarà un ostacolo¸ poi bisognerà studiare in che modo¸ perché viene perdonato¸ perché viene evitato¸ si apre un capitolo. Poi c’è l’aspetto positivo perché Dio riversa la sua grazia¸ e qui c’è una cosa che è caratteristica di questa lettera “Con ogni sapienza ed intelligenza perché ci ha fatto conoscere il mistero della sua volontภquello che nella sua benevolenza aveva prestabilito per realizzarlo nella pienezza dei tempi”. E’ il conoscere¸ il sapere¸ ecco perché il cristianesimo è fatalmente diventato una dottrina¸ un sistema di pensiero¸ ma perché per benedire l’uomo cioè per promuoverlo bisogna anche agire sul suo pensiero. E se è vero che nel campo tecnico – scientifico – sperimentale ce la siamo cavata da soli e ce la stiamo cavando bene¸ è anche vero che il cristianesimo ci offre gratuitamente¸ per sua grazia un di più che è la sapienza¸ che è la capacità di andare anche oltre quello che la conoscenza fisica delle cose può concederci. E poi c’è un terzo elemento che viene solo accennato e sviluppato più avanti nella Lettera ed è il ricapitolare tutte le cose¸ quelle in cielo e quelle sulla terra¸ cioè che questa promozione dell’uomo¸ questa benedizione¸ coinvolge l’intero universo¸ cosa che qui è appena accennata¸ che è molto oscura da approfondire ma che però è pure interessante perché coinvolge il mondo ed¸ in una situazione culturale come la nostra dove la responsabilità per la custodia del creato sembra che sia in gran parte nelle nostre mani¸ il sapere che cielo e terra forse hanno bisogno¸ oltre che della competenza tecnico – scientifica¸ anche della sapienza che viene dallo Spirito Santo perché il mondo sia protetto¸ perché non ci siano disastri che rovinano piante¸ alberi¸ clima e popolazioni perché c’è ancora gente che muore di fame per carestia¸ la benedizione è salvare queste vite. Per salvare queste vite c’è tutta l’intelligenza umana che è capace¸ ma anche questa condizione di figli di Dio¸ di responsabili di correttezza e santità al suo cospetto¸ anche questo potrebbe essere un aiuto non da poco. Ecco¸ vedete¸ se ci fosse più tempo quante cose sarebbe possibile ricavare da una meditazione di questo testo¸ lo lascio a voi per i vostri caldi pomeriggi.