» Home » Domande - Risposte   » Libro deglio ospiti    » Contatti  
Omelia XIII DOM. T.O. B del 2 Luglio 2006

Omelia 2 luglio Quando si fa scuola di esegesi dei Vangeli¸ a quei pochissimi che la frequentano¸ questo brano è uno dei più interessanti ed¸ esaminato nei particolari¸ è una fonte di un’infinità di interrogativi¸ di problemi sotto vari aspetti. Purtroppo non c’è mai tempo di spiegarlo nei particolari in un’omelia e quando lo si spiega in altra sede è la gente che non ha tempo di venire a sentire¸ quindi le due esigenze non si incontrano mai. Una delle cose che più interessano è indagare se dalla maniera con cui Marco ha sistemato il racconto si possa avere qualche indizio a favore o contro la storicità di quello che qui è raccontato¸ perché voi stessi vi rendete conto che¸ quando si tratta di miracoli¸ il problema della storicitภper chi vuole interessarsi onestamente delle cose e soprattutto per chi è disposto a credere¸ è sempre fondamentale¸ solo che per ragionarci sopra bisognerebbe avere pazienza di esaminare tanti particolari del racconto. Io¸ per esempio¸ ho cambiato la finale¸ perché c’è sempre anche un problema di traduzione come sapete. Di per se in greco c’è scritto come ho cercato di dire io: Gesù raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e “Datele da mangiare”. Improvvisamente c’è il passaggio a un imperativo in un discorso diretto senza che ci sia nessun segnale sintattico nel testo per cambiare la formula. La traduzione¸ per rendere più scorrevole il testo¸ ha supposto un “ordino di” che non c’è. E può essere una sciocchezza¸ però qualcuno ha suggerito che quella frase “Datele da mangiare” potrebbe essere un indizio addirittura di un testimone oculare il quale si ricorda che¸ nel trambusto generale della scena¸ Gesù alla fine dice: “Smettetela¸ datele da mangiare”. E quella frase “Datele da mangiare” verrebbe ripetuta dal testimone oculare quasi cercando di imitare l’accento ed il tono di voce con cui Gesù lo dice perché gli è rimasta impressa nella memoria. Certo la frase adesso è in greco e Gesù l’avrebbe detta in aramaico¸ però è molto strano. Questo testo è pieno di tantissimi particolari che¸ se venissero guardati¸ non dico al microscopio ma solo con la lente¸ renderebbero perfino divertente l’analisi del testo. Per esempio¸ perché lo dice in aramaico “Talità kum”? Che vorrebbe dire fanciullina o volendo anche signorina perché è un termine in aramaico di tipo affettuoso¸ che poi influisce anche infatti sulla successiva parola greca¸ che qui è sempre tradotta fanciulla ma che è invece una parola molto graziosa che è come dire signorinella¸ ragazzina bella¸ cioè un termine di tipo affettuoso¸ ammirativo. E perché questo “Talità kum”? Perché lo dice in aramaico? Perché è una formula magica. E allora perché Marco la traduce? E perché traducendola aggiunge una cosa che in aramaico assolutamente non c’è cioè “Io ti dico”? Talità è il vocativo per la fanciulla e kum è il verbo. Perché cita l’aramaico? Secondo le grammatiche aramaiche¸ in maniera scorretta perché kum è un imperativo maschile che non va per una ragazza? Però¸ dicono quelli che vanno in giro per quei paesi compresa la Palestina¸ che l’imperativo femminile c’è sulle grammatiche¸ si adopera quando si scrive ma non quando si parla. E adesso¸ chiunque sia¸ si usa “Kum¸ kum”¸ e si usa il maschile invece del femminile. E’ indizio di storicità cosí vicina ai fatti che al di là… Marco poi sapeva l’aramaico? Chi gli ha trasmesso questa frase? E’ davvero un ricordo vocale? Se è un ricordo vocale¸ perché ci ha infilato dentro “Io ti dico” che non c’entra? E tutto questo crea una caterva di problemini che voi potreste dire sono perditempo per i preti che hanno poco da fare al pomeriggio¸ ma in realtà sono invece dei preziosi indizi perché attraverso l’analisi di questi testi si arriva a scoprire che grado di vicinanza alla realtà concreta della Palestina di allora c’è nel testo e¸ specialmente per uno che è desideroso di credere¸ che è simpatizzante di Gesù¸ poter ricostruire l’atmosfera reale della situazione è interessante. Anche perché alle spalle c’è il problema “Ma si tratta veramente di una risurrezione da morte oppure no? Perché voi capite che credere ad una guarigione esige già una buona dose di coraggio intellettuale¸ credere ad una risurrezione ne esige molta di più. Perché non si può essere faciloni e superficiali né nel dubitare¸ né nel credere. D’altra parte¸ direi¸ la semplicità e la tonalità bassa con cui tutto il racconto procede¸ che non mette in rilievo¸ non c’è neanche un punto esclamativo per dire: “Guardate che era morta!” C’è un racconto che¸ certo¸ fa capire al lettore che è stata una cosa grande¸ ma con una naturalezza da aneddoto popolare che è pure interessante dal punto di vista stilistico. Tutto questo sarebbe quello che avrei dovuto dire nelle lunghe lezioni sul testo¸ ma il discorso più adatto all’omelia che voglio fare¸ cerco di essere breve¸ è un altro ed è questo. Nell’epoca in cui Gesù viveva¸ come risulta da quello che Marco dice¸ la medicina aveva pochissime capacità di ottenere risultati positivi e qui¸ infatti¸ si dice che aveva sofferto per opera di molti medici spendendo tutti i suoi averi senza nessun vantaggio¸ anzi peggiorando¸ e questa cattiveria nei confronti dei medici di allora è curiosa. Ci si domanda per esempio se è una cattiveria contro i medici o se è soltanto per contrasto¸ per fare vedere che invece con Gesù basta toccare il mantello e tutto è fatto. Quindi se è una specie di contrasto per evidenziare la grandezza di Gesù¸ a parte questo dicevo¸ il mondo antico non aveva possibilità di molte terapie provenienti da medici¸ allora è ovvio che quando si trattava di malattie che non guarivano da sole in breve tempo¸ ci si rivolgeva solitamente alla protezione degli dei e la protezione degli dei in tutte le religioni antiche¸ tolto l’ebraismo¸ passava attraverso la magia. Infatti noi abbiamo dei papiri di rituali magici nei quali¸ per esempio¸ si dice che per guarire le emorragie occorre che il terapeuta tocchi con le mani. Ecco perché la donna dice: “Se solo riesco a toccare il mantello sarò guarita¸ non c’è bisogno che mi tocchi lui”. Si ricorreva alla magia. La magia era un modo di riempire questo vuoto di possibilità che lasciava proprio senza speranza le malattie più gravi o più invalidanti. Io direi che dal punto di vista della storia della cultura è stata molto importante questa introduzione del cristianesimo che trasferisce sulla persona di Gesù e dei santi¸ soprattutto i martiri¸ tutti questi poteri di tipo taumaturgico che una volta si indirizzavano verso la magia. Perché¸ dicono gli studiosi¸ c’è una differenza interessante tra la magia e questo modo invece ebraico – cristiano di concepire le cose. Che la magia consiste in operazioni umane che dovrebbero cercare¸ se possibile¸ di costringere la divinità ad intervenire¸ le fatture. Qui invece¸ a livello religioso¸ si cambia completamente prospettiva e c’è la fiducia¸ l’invocazione e l’attesa del dono senza forzature. Questa attitudine religiosa supplica e attende¸ non manovra le cose perché scatti l’aiuto. E capite che questa è una componente che la si apprende¸ la si insegna ai bambini e crea una struttura spirituale che è quella che ci ha accompagnato per secoli. Fatima¸ Lourdes esistono per i malati e sono delle componenti culturalmente interessanti del mondo cristiano – cattolico. Anche qui ci sarebbe da parlare un’ora: perché dai protestanti questo non succede? Uno può dire: “Ma non succede niente neanche a Lourdes¸ sono tutte storie”. Può darsi¸ però perché laddove questa sia pure ingenua¸ criticabile¸ ridicolizzabile fede nel prodigio c’è pare che qualche volta il prodigio accade¸ dove questa fede non c’è non succede niente? Nel mondo protestante sono assolutamente insignificanti e rare le convinzioni che è stato Dio che mi ha guarito. Io non voglio pronunciarmi più di tanto. Volevo solo segnalare questo fatto: che secondo me va guardata con molta attenzione questa condizione che si è creata nel mondo cattolico che ha perpetuato per secoli ed è riuscita a manifestare in modalità molto differenti e diversamente adeguate alle culture¸ perché a Napoli non si ha la stessa fede che si ha in Svizzera¸ però nei cantoni cattolici della Svizzera si ha fede nella possibilità di guarire ed i santuari svizzeri sono pieni di ex voto anche quelli come a Pompei. La vicina Chiesa Protestante non ha nulla¸ sono cose interessanti queste. La mia conclusione è solo questa: non sarebbe nostro dovere prendere più sul serio questo accompagnamento di questo tipo di fede che la secolare tradizione cattolica ci ha lasciato in eredità affiancandolo al progresso della medicina ed alle capacità che oggi la medicina e la chirurgia hanno di guarirci? Oppure¸ come molti pensano¸ sarebbe più intelligente¸ moderno e doveroso sbaraccare tutta questa specie di castello religioso per laicizzare completamente il fenomeno malattia? Perché molti oggi vogliono questo¸ quelli della “Rosa nel pugno”¸ per esempio. E la presenza di qualche rogna islamica che protesta contro Crocifissi e Madonne¸ diventa un pretesto per alcuni per dire: “Fuori la superstizione cristiana dai luoghi pubblici compresi gli ospedali”. In un reparto dell’ospedale di Cremona¸ so che sbaglio a dirlo perché probabilmente il fatto che lo dica costringerà a togliere l’oggetto di cui parlo¸ ho visto¸ molto modesto¸ nascosto in un angolino¸ con davanti una pianta che lo copre¸ un affarino piccolo con dentro la Madonna di Lourdes in una sala d’attesa. Scandalizzerebbe un sacco di laici: “Cos’è questo orrore?” La flebo si ma la Madonna no! Ecco¸ stiamo buttando via quel secolare di più che quando l’uomo non può far niente¸ non ricorre alla magia¸ ma ad un’ipotetica bontà di Dio¸ che può anche darsi che non esista – che un prete dica cosí è abbastanza scandaloso – può anche darsi che non esista¸ ma proprio perché vogliamo essere scienziati¸ dobbiamo domandarci se non fa del bene all’uomo questa ipotesi di una bontà di Dio. Lo aveva già detto sant’Agostino che la preghiera non serve a Dio ma a noi perché¸ se non altro¸ è almeno tanto terapeutica quanto certi placebo. Noi corriamo il pericolo in questi anni per distrazione¸ perché non riteniamo importante insistere su certe cose¸ rischiamo di far scomparire per inerzia nostra tutto questo patrimonio di tradizioni¸ alcune delle quali¸ ripeto¸ sono un po’ grottesche¸ ma questa è superficie¸ quello che conta è la memoria di questo papà e di questa donna. Il Vangelo mi dice che per loro l’aver avuto fede è stato risolutivo¸ forse non lo sarà per tutti a questo livello¸ però la fede¸ non la magia a cui molti oggi purtroppo ricorrono¸ ma la fede non fa mai male. Nessuna fede¸ ma soprattutto questa¸ tipica del mondo cattolico. E’ sbagliato quello che ho detto? Se vi pare che non sia sbagliato¸ un qualche colpettino a favore del mantenimento di questa concomitanza del religioso con il medico¸ con il chimico che stiano insieme¸ e chi non vuole guardarlo si volta dall’altra parte¸ senza invadenza¸ ma che rimanga questa concomitanza perché è un grande dono che ci viene dai tempi di Gesù Cristo. Buttarlo via¸ secondo me¸ sarebbe sciocco.