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Omelia VI PASQUA B del 21 Maggio 2006

21 Maggio 2006 - VI PASQUA B - At 10¸25-27.34-35.44-48; 1Gv 4¸7-10; Gv 15¸9-17 I testi trattano il tema dell´amore¸ tema difficile¸ che anche il papa ha scelto per la sua prima enciclica. Enciclica facile e interessante¸ chiara e profonda. Anche il papa affronta una questione di metodo¸ prendendo in esame i termini che vengono usati nel N.T. per designare l´amore. In greco ci sono almeno quattro verbi per indicare amare; l´enciclica ne prende in considerazione sostanzialmente due: eran e agapan. Il primo è entrato nella nostra lingua nell´aggettivo erotico. In greco il verbo non si limita solo a parlare dell´amore sessuale¸ ma indica la risposta della libertà umana all´attrattiva del bello e del bene. Quando il bello ed il bene si presentano a noi¸ noi veniamo attratti e desideriamo di possederli¸ o almeno di poterli frequentare¸ di averne accesso. E questo amore che aspira al godimento e alla fruizione è quello che i greci chiamano eros. Si usa per l´amore sessuale¸ ma si usa anche¸ per esempio¸ per l´amore per l´arte e per l´amore per la verità; l´amore per la veritภspecialmente nella concezione platonica¸ è eros¸ cioè è attrazione a cui si risponde con il desiderio della ricerca e del possesso. Stranamente questo termine non è usato nel n.t.¸ se non rarissimamente. Non è mai usato per indicare l´amore cristiano¸ né l´amore di Dio né l´amore dei cristiani. Neppure nella frase - amare il prossimo tuo come te stesso - non si usa questo verbo; e non si usa neppure il verbo tipico dell´amicizia. Il secondo termine¸ che il papa tocca soltanto di passaggio è il tipico amare dell´amicizia¸ è il fileo; quello che si usa in tante parole italiane per indicare la passione per certe cose. E´ l´amore che suppone la paritภche suppone la libera decisione di scambiarsi i propri beni¸ il proprio affetto. Nel Vangelo di Giovanni la parola è usata nel brano di oggi - dare la vita per i propri amici -. Gli amici sono i filoi. - Voi siete miei amici¸ non vi chiamo più servi¸ ma amici-. Quindi questo amore di amicizia è noto al n.t. Il quarto verbo non è quasi mai usato¸ è il verbo sterghein¸ il verbo dell’amore dei genitori verso i figli¸ un amore che è soprattutto prendersi cura¸ assistere. Anche questo verbo non è usato nel n.t. E’ invece usato agapan¸ che non è ben chiaro che cosa significasse nel greco profano di allora¸ ma già nella traduzione antica del n.t. è il verbo che a tappeto viene usato. e gli studiosi da secoli si sforzano di capire qual è la sfumatura che gli autori dei testi biblici vogliono dare quando usano questo verbo. Anche qui Giovanni usa filos per dire l’amico¸ ma non dice che l’amico deve essere filein come avrebbe fatto qualunque greco¸ ma dice che bisogna agapan. E’ strana questa insistenza sull’uso di questo verbo. Dal punto di vista filologico-linguistico è del tutto inesatto tradurlo con amare¸ tanto è vero che il latino traduceva diligere e non amare. In italiano c’è una sola parola per tutti i significati¸ e purtroppo le sfumature sfuggono. Cosa vorrà dire il n.t. quando usa il verbo agapan? Aggiungo qualche altra domanda. - Come il Padre ha amato me-¸ - Come io ho amato voi-. Come si fa a descrivere in che cosa è consistito l’amore di Dio o l’amore di Cristo¸ espresso con questo particolare verbo¸ se non si va a riflettere su tutti gli esempi e le descrizioni di questo amore¸ come viene presentato nella bibbia? Ci si rende conto di come è superficiale usare la parola amare come la usiamo noi tutti i giorni e applicarla a Dio? Se volessi riempire di contenuto questo -come- dovrei raccogliere tutte le descrizioni dell’operare di Dio e tirarne fuori qualche contenuto un po’ più solido del vago significato dell’amore. -Se osserverete i miei comandamenti e rimarrete nel mio amore¸ come io ho osservato i comandamenti del Padre e rimango nel suo amore-. Come si fa a coniugare insieme amore e comandamento? Certo¸ si può anche ubbidire a un comandamento per amore¸ ma non è nella logica delle cose comandare di amare¸ se amore significa quello che noi pensiamo¸ cioè un sentimento. -Voi siete miei amici se farete ciò che vi comando-. Qui c’è una contraddizione; da quando in qua un amico comanda all’amico? -Non vi chiamo più servi perché il servo non sa; vi ho chiamati amici¸ ma non voi avete scelto me¸ ma io ho scelto voi¸ e vi ho costituito-. E questo sarebbe essere amici? Questo è essere professori. Vi ho scelto¸ vi ho costituito¸ vi ho mandato¸ e vi chiamo amici. C’è da ragionare. -Perché vi ho fatto conoscere-. Non sono più servi non già perché non sono tenuti ad ubbidire¸ ma perché sanno. Nel capitolo 13 della lettera ai Corinti c’è un inno alla agape¸ cioè alla carità-amore¸ dove l’autore cerca di precisare che cosa il vero amore è¸ e che cosa non è. E questo conferma che se si vuole affrontare seriamente questo problema bisogna pensarci su con molta pazienza e molta accuratezza. Il papa nella sua enciclica ha sottolineato uno degli aspetti¸ molto interessante¸ prendendo una posizione che è molto innovatrice¸ e lui stesso lo riconosce nell’enciclica; cerca cioè di dire che l’eros¸ quella forma di amore che desidera il possesso e la compartecipazione¸ poniamo alla veritภma anche al godimento¸ al godere dell’altro¸ questo eros non si contrappone all’agape cristiana-evangelica. Che è invece la tesi che da almeno due secoli era sostenuta da tutti gli esegeti e da tutti i teologi; l’idea era che tra eros e agape c’è inconciliabilitภper cui il cristiano avrebbe dovuto imparare ad amare con amore di Cristo¸ direi¸ reprimendo la sua tendenza a una concezione erotica dell’amore. Il papa¸ rivoluzionando questa secolare cultura¸ dice che invece le due cose possono stare insieme¸ e che l’agape può essere il compimento dell’eros¸ e che l’eros¸ quando è veramente tale¸ partecipa della natura dell’agape. Il che significa dire che il sentimento partecipa del comandamento¸ che la spontaneità si coniuga con l’obbligo¸ che la parità va insieme con la subordinazione e l’ubbidienza. Direi che dal punto di vista della domanda - Cosa vuol dire amare?- l’enciclica è interessantissima¸ anche dal punto di vista di un non cristiano. Tutti sentiamo questo impulso ad amare¸ ma quante forme di amore ci sono? Qual è la più vicina alla volontà di Dio? Cosa significa essere nello stesso tempo figli¸ servi¸ amici¸ fratelli; amare e ubbidire?