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Omelia III DOM. T. O. B del 22 Gennaio 2006

Utilizza e diffondi il sito di Barzillai **************************** Omelia 22 gennaio******************************************* Le tre letture di questa messa non sono facili da coordinare insieme. C’è però un tema un po’ complesso¸ se volete¸ un po’ vago anche¸ che potrebbe essere oggetto della vostra riflessione. Ed è il tema del tempo¸ in particolare il tema del futuro¸ perché la prima parola che¸ secondo Marco¸ Gesù avrebbe detto nella sua predicazione sarebbe proprio questa: “Il tempo è compiuto” poi segue “Il regno di Dio è vicino” e poi “Convertitevi e credete al vangelo”. Sono tre punti della predicazione di Gesù. Il primo¸ secondo me¸ fa pensare. “Il tempo è compiuto”. Cosa vuol dire? Vuol dire che¸ secondo Gesù¸ con la sua venuta sulla terra¸ succedeva qualcosa che¸ in qualche modo¸ concludeva un’epoca¸ un tempo. Compiuto può voler dire che è terminato o meglio che è arrivato alla sua maturazione¸ dopo di che¸ e questo è un tema che abbiamo già toccato a Natale¸ per esempio¸ dopo di che si ha l’impressione che non succeda più niente di importante perché se il tempo è giunto al suo culmine¸ è compiuto dovrebbe voler dire che quello che succederà dopo espliciterà quello che è già stato dato¸ lo renderà più evidente ma che¸ sostanzialmente¸ le cose non cambiano più. Altrimenti¸ che senso ha dire che il tempo è compiuto¸ tranne che si voglia dire che il tempo della preparazione è compiuto e che adesso comincia il tempo dello sviluppo… La prima lettura ha anche questa un’idea cronologica di tempo: “Ancora 40 giorni e Ninive sarà distrutta” e¸ anche qui¸ c’è un tempo limitato¸ e¸ stranamente¸ nella prima lettura c’è la minaccia: Ninive sarà distrutta. Allora i cittadini di Ninive¸ spaventati¸ credettero a Dio¸ bandirono un digiuno e si pentirono¸ vestirono di sacco. Allora Dio vide¸ ed in maniera un po’ antropomorfica¸ dice il testo : “Si impietosí riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece”. Ed è curioso perché¸ questa volta¸ è la minaccia quella che ha portato alla conversione e questo¸ se volete¸ è un tema collaterale che potremmo pure cercare di approfondire: per migliorare la vita di una persona ed indurla a convertirsi ed a pentirsi è meglio la promessa o la minaccia? E’ meglio dire: “Guarda che c’è l’inferno” – per caritภlo so che nessuno oggi crede più che ci sia l’inferno¸ ma io parlo ancora all’antica – “Sta attento perché c’è l’inferno e fra quarant’anni tu vai all’inferno”. Oppure è meglio dire: “Guarda che c’è il paradiso¸ stai bravo¸ avrai di più”. Che cos’è che spingerà di più? Forse dipenderà dalle persone: c’è chi reagisce alla minaccia e c’è invece chi reagisce più positivamente alla speranza del futuro. Ma in entrambi i casi c’è questo: mettere la persona di fronte al problema del tempo che passa e che cosa intendi fare tu di questo tempo che hai davanti e come sarà la conclusione finale del tempo. L’idea di un limite (40 giorni¸ il tempo è compiuto)¸ un limite entro il quale bisogna concludere qualcosa di stimolante¸ di importante c’è anche nella seconda lettura. “Passa la scena di questo mondo” cosí traduce il testo ed è una buona traduzione. Passa la struttura di questo mondo e siccome la struttura di questo mondo passa¸ passi presto o tardi¸ qui diventa abbastanza secondario¸ bisogna adeguarsi a tutto questo. Quello che voglio dire è che anche il vangelo¸ anche la bibbia conosce questa situazione che noi stessi viviamo e¸ cioè¸ cha la prospettiva del futuro¸ come la maniera con cui immaginiamo il valore del tempo e¸ soprattutto¸ dove va a finire il tempo¸ è una delle ragioni¸ delle componenti che modificano¸ cambiano¸ influenzano il nostro modo di vivere¸ le nostre decisioni. Io non sono uno storico¸ però ho l’impressione che quando¸ per esempio¸ è nata l’idea di progresso sono cambiate molte cose nel modo di pensare e di concepire la vita delle persone. Nel mondo antico l’idea di progresso non c’era¸ si¸ c’erano ogni tanto piccoli miglioramenti nell’edilizia¸ nell’agricoltura¸ ma cose da poco¸ che non modificavano più di tanto il modo di vivere. Allora¸ forse¸ in quell’epoca era più interessante sentire il filosofo o il predicatore che annunciava il giudizio di Dio¸ una possibilità di uscir fuori dalla vita di questo mondo per riferirsi a qualche valore più astratto¸ più spirituale. A quel tempo¸ probabilmente¸ l’unica cosa¸ l’unico cambiamento a cui poteva aspirare¸ non la gente comune a cui le cose non interessavano¸ ma per esempio¸ gli stati erano l’allargamento del territorio¸ la conquista di altri paesi e di popoli. L’impero romano è nato cosí. E dopo¸ quando li hai conquistati¸ cosa fai? Prendi le tasse¸ prendi i soldi¸ e poi? E’ strano¸ ma bisognerebbe rendersi conto di come questa prospettiva influenzi¸ ripeto¸ la nostra reazione di fronte alla vita. Secondo me¸ per esempio¸ oggi noi stiamo vivendo un’epoca nella quale non si può dire che il tempo è compiuto ma¸ anzi¸ che il tempo adesso comincia ad aprirsi¸ che il futuro ci porterà tante cose nuove e che bisogna avere il coraggio di modificare molte strutture del passato¸ di non rimanere legati a tradizioni¸ a concezioni antiche¸ perché il mondo cambia. Quello che viene non è il regno di Dio ma è la libertà degli uomini¸ è la possibilità di ristrutturare la vita rispettando di più le aspirazioni individuali¸ quello che finora è stato quasi sempre represso da poteri coercitivi¸ non sul piano fisico¸ ma sul piano dell’autorevolezza morale¸ intellettuale¸ culturale. In tutti i settori¸ invece¸ si è deciso: adesso basta¸ cambia¸ chissà come saranno le cose in futuro. Io non me ne intendo neanche di questo ma¸ a mio parere¸ le cose sono diventate¸ per esempio¸ evidenti in certe espressioni artistiche. Pensate alla pittura che non raffigura più quello che c’è¸ ma inventa¸ crea. Pensate alla musica¸ pensate soprattutto alle speranze che vengono suscitate dalla scienza e dalla tecnica. L’impressione nostra è che il tempo comincia non che il tempo è compiuto¸ e tutto questo avviene non più perché Dio si affaccia sul mondo e dice qualcosa¸ ma perché gli uomini¸ con i loro studi¸ le loro sperimentazioni¸ la loro ricerca¸ stanno cambiando radicalmente le cose. E le prospettive sono molto coraggiose e qualche risultato ottenuto ci da l’impressione cha saranno possibili in futuro molte cose che prima erano considerate fantascienza: dalla sonda che va¸ torna dopo anni con precisione assoluta¸ fa le fotografie fatte che dal satellite si possa sapere a che curva girare a destra o a sinistra. Da l’impressione che si apre all’uomo una possibilità di cambiare le cose che viene da Dio¸ o meglio¸ io dico che viene da Dio il quale si nasconde¸ il quale come ha sempre fatto¸ con discrezione e umiltภcon la forza del suo Spirito¸ rende le nostre intelligenze capaci di fare questo. Ma le persone normali¸ gli altri non se accorgono¸ credono che venga tutto da noi¸ e viene molto da noi in questa epoca. Allora¸ per esempio¸ si apre anche la prospettiva che sia ora di modificare certi standard interpretativi del modo di vivere. Per esempio¸ quello che è di attualità in questi giorni¸ e lo sarà ancora per un po’ di tempo¸ il modo di concepire matrimonio e famiglia. E¸ come ci sono pittori astratti che han cominciato a dipingere in maniera diversa¸ ci sono giovanotti e ragazze che han cominciato ad immaginare il loro futuro in maniera diversa¸ per esempio andando a convivere senza nessuna cerimonia. E direi che tutto questo è una specie di fiducia e di slancio verso un tempo che comincia adesso¸ non che è compiuto. Forse sono troppo astratto e vi confondo soltanto le idee¸ ma a mio parere la religione avrà possibilità di sopravvivere se riuscirà ad essere quello che in fondo è veramente¸ cioè¸ come accennavo prima¸ una presenza di Dio che porta a maturazione il tempo¸ perché lo arricchisce di nuove possibilità e¸ rimettersi in ascolto di Dio il quale dice che è vicino¸ non significa mortificare ma soltanto regolare – la parola biblica sarebbe santificare cioè valutare con giudizio critico¸ essere prudenti¸ valutare con umiltภma rendersi conto che questo cammino in avanti¸ questa possibilità di rinnovare moltissime cose¸ compreso se volete¸ famiglia e matrimonio¸ può essere ispirata da Dio. Non va fatta però in maniera inutilmente rivoluzionaria¸ con sicumera¸ come se fossimo noi portatori di una soluzione definitiva al posto di quelle precedenti. Se tutto diventa provvisorio bisogna avere il coraggio di affermare che stiamo sperimentando¸ tentando¸ che saremo disposti a verifiche¸ che non chiediamo diritti ma permessi. Per me questa è una distinzione importante¸ chiediamo alle coscienze di chi ci sta attorno di concederci di mutare perché vogliamo la licenza di sperimentare¸ provare¸ disposti eventualmente a ritornare indietro non il diritto di migliorare perché non siamo sicuri che niente migliori. Questo vale per tutti¸ vale per i pittori¸ per i medici¸ per quelli delle sonde spaziali¸ per i satelliti¸ per la scienza¸ per tutto vale. Il tempo non è compiuto nel senso che ci sia una regola definitiva che ha bloccato tutto per cui si deve fare come è già stabilito e non si cambia niente. No. Le parole “Il tempo è compiuto¸ il regno è vicino¸ convertitevi” significano: Dio vi esorta a procedere perché è compiuto il tempo¸ direi¸ dell’apprendistato e non ci sono 40 giorni verso la fine. La scena di questo mondo passa nel senso che può cambiare¸ può essere nelle nostre mani di modificarla¸ ma tutto questo… Il compito del cristiano¸ dell’uomo religioso è di vederlo un dono di Dio del quale si dovrà rispondere a lui. E’ questo quello che manca. Manca per ingenuitภperché si ha l’impressione che siamo stati noi a capire le cose¸ e adesso facciamo da soli. Non è vero¸ Dio ci ha dato l’impressione che fossimo noi¸ come fa qualunque buon educatore che si nasconde fra le quinte e lascia che il ragazzo si esprima da solo¸ poi gli dice “Bravo” e gli corregge i difetti. Dio si comporta in questo modo ma viene da Dio tutto quello che sta succedendo. Io l’ho detto in tante altre prediche questo¸ soprattutto quello che sta succedendo nel campo del progresso scientifico e tecnico¸ lo stiamo facendo noi uomini perché Dio ci ha creati capaci di farlo¸ perché Dio ha creato un mondo che risponde ai nostri impulsi¸ perché Dio ci ha dato questa possibilità di conoscere le cose come realmente sono perché il suo Spirito ci dà la forza per andare avanti. Allora lo stile con cui fare tutto questo non è lo stile del fare a meno di Dio¸ ma quello piuttosto di convertirci al Dio invisibile che¸ dietro a tutte queste cose¸ sta lavorando perché il mondo proceda. Quello che le religioni devono ritornare ad essere capaci di dire¸ secondo me¸ è questo pensiero: voi non vi accorgete¸ ma nel silenzio¸ mentre voi lavorate nei vostri laboratori¸ mentre voi cercate di modificare i codici civili e penali¸ mentre inventate prospettive nuove di strutturare realtà tradizionali come la famiglia¸ state portando il tempo verso una meta più avanzata¸ perché Dio vi sostiene in questa opera. Intendiamoci bene¸ non voglio dire che allora tutte le ipotesi sono approdate¸ per nulla¸ perché Dio è colui il quale ha dato all’uomo questa capacità a condizione che sia umilmente in ascolto del suo giudizio¸ che abbia cioè quello che con una parola nel mondo antico non esisteva¸ ho controllato i vocabolari ma non c’è proprio equivalente in nessuna delle lingue antiche¸ non c’è in greco¸ non c’è in latino¸ non c’è in ebraico¸ è la parola responsabilità. Provate a tradurre responsabilità in latino¸ se siete capaci¸ cioè il rispondere. In tutte le lingue nostre ha che fare con il rispondere¸ e a chi? A sé stessi¸ alla propria coscienza¸ agli altri¸ ai figli¸ ai genitori? A Dio¸ a una suprema istanza. E’ stranissimo che noi moderni abbiamo inventato questa parola dopo di che l’abbiamo soppressa nella nostra prassi perché non sentiamo più il dovere di rispondere all’unico a cui merita di rispondere che è Dio.