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Omelia II DOM. T.O. B del 15 Gennaio 2006

Utilizza e diffondi il sito di Barzillai ******************************************* Omelia 15 gennaio La prima lettura¸ il salmo ed il vangelo possono aiutarci a capire la differenza¸ che oggi si constata sempre più¸ tra la persona religiosa¸ cioè colui che ha già una fede o presto o tardi ce l’avrภe quello che oggi si chiama il laico¸ cioè quello che non ha nessuna appartenenza religiosa. Poi¸ se avanzerà tempo¸ la seconda lettura ci potrà servire per un’osservazione anche questa che può avere riferimenti con l’attualità. La frase che Gesù dice ai due discepoli che lo hanno seguito “Venite e vedrete” ha sempre affascinato i commentatori perché dicevano¸ e c’è ancora scritto sui libri: Ecco il cristianesimo che nasce dalla libertภGesù non impone nulla¸ non dà ordini¸ ma dice: “Sta a voi decidere¸ venite e vedrete”. E¸ lette oggi¸ queste parole di Giovanni¸ direi che si potrebbero considerare l’inizio o l’autenticazione del relativismo cioè di quello di cui oggi tutti ci lamentiamo e ci preoccupiamo. Dico tutti noi ecclesiastici. Venite e vedrete vuol dire dare inizio al relativismo¸ cioè: Tocca a voi giudicare¸ se vi piace venite dietro¸ se non vi piace niente. Uno vภvede¸ dice: “Sí¸ mi soddisfa” e dice sí. L’altro vภvede e dice: “No¸ non mi soddisfa” e dice no. E nessuno dei due¸ può dire all’altro che ha ragione o che ha torto e questo è il relativismo. Ognuno sceglie secondo i suoi gusti¸ le sue propensioni e la società deve organizzarsi in maniera tale da dare la possibilità a tutti di poter soddisfare¸ senza troppe spese e senza eccessivi investimenti¸ si intende¸ di poter soddisfare le sue aspirazioni. A uno piace Gesù va con Gesù¸ a uno piace Maometto va con Maometto. Venite e vedrete. Provate. L’evangelista non sapeva che stava dando inizio al relativismo¸ ma in realtà è cosí. E la ragione per cui l’evangelista non sospettava di essere l’iniziatore di quello che si considera da parte di noi credenti¸ evidentemente¸ il pericolo del relativismo è che ai suoi tempi¸ intanto c’era una cultura della autoritภdell’appartenenza¸ dell’obbligo di rispondere ad un’autorità suprema¸ che era fortissimo e che oggi è quasi totalmente scomparso. L’ultima persona la quale credeva ancora ad una autorità suprema a cui rispondere e che oggi fa tenerezza è il povero Kant: “Il cielo stellato sopra di me¸ la legge morale dentro di me.” Dire questo oggi fa¸ appunto¸ tenerezza. Poverino¸ che sciocchezze! Sto forse esagerando nel fare battute¸ però è vero¸ questo¸ se ci pensate. Il mondo biblico¸ secondo me un po’ tutto il mondo antico¸ ma il mondo biblico in particolare¸ poteva sentirsi dire: “Venite e vedrete” senza pericolo che le persone prendessero decisioni infondate¸ capricciose¸ basate sul gusto del momento¸ ma fossero in grado di prendere decisioni buone e serie perché avevano alle spalle una serie di valori¸ li chiamiamo oggi¸ allora non c’era questa parola¸ una serie di certezze¸ di convinzioni¸ di dogmi¸ se volete¸ che permettevano loro di interpretare¸ giudicare¸ e avevano un’educazione¸ alle spalle¸ millenaria che indirizzava alla scelta di quello che la stragrande maggioranza¸ per non dire tutti¸ consideravano giusto e bene e che nessuno considerava male e viceversa. E questo il testo lo dimostra perché loro¸ quando vanno e vengono trovano dentro di sé la parola¸ la categoria per definire chi è Gesù. “Gesù va bene¸ lo seguiamo perché è rabbi¸ perché è messia”. E se voi andate a leggere avanti nel vangelo¸ troverete che Filippo e Natanaele hanno altre parole a disposizione: “Perché è profeta”. Natanaele dice: “Perché è figlio di Dio¸ perché è il re d’Israele”. E Gesù¸ alla fine¸ concluderà parlando di sé come “Figlio dell’uomo”. La presenza di questi titoli è di grande interesse perché significa che loro hanno nella mente degli schemi già precostituiti che dicono: “Quello di cui tu hai bisogno è un uomo che venga da Dio¸ è un profeta¸ è un maestro¸ perché tu hai bisogno di ascoltare¸ di dipendere¸ di lasciarti guidare”. Quello che è scomparso¸ nella nostra cultura attuale¸ è questo secondo concetto: che tu hai bisogno di qualcuno che è venuto prima di te¸ che abbia un valore superiore a tutte le opinioni e che ti possa fare da maestro¸ da profeta¸ da Signore. Nel mondo antico¸ nel mondo antico biblico¸ ma¸ a mio parere¸ come dicevo¸ anche nel mondo antico ellenistico¸ era diffusissima questa convinzione. Forse solo Diogene con i cinici erano fuori da questo sistema¸ ma gli altri avevano i maestri. L’ “Ipse dixit” non l’hanno inventato i medioevali¸ c’era già nell’antichità. La Bibbia¸ questa appartenenza ad una serie di valori indiscutibili… Capite che se c’è un patrimonio di valori indiscutibili¸ il relativismo viene limitato. Si aprono¸ certo¸ spazi per opinioni differenti¸ ma all’interno di un alveo che è protetto da questa serie di valori condivisi. Ecco perché il papa e molti cristiani sono preoccupati del fatto che la società contemporanea¸ e soprattutto l’educazione contemporanea¸ non presenta più una specie di patrimonio di valori intoccabili¸ ma tutto può essere messo sotto critica. Io non so se sia bene o se sia male¸ so che questo mette in crisi la vita delle Chiese. L’islamismo continua con i suoi valori tradizionali¸ e noi¸ per questo¸ lo consideriamo primitivo¸ arretrato e da combattere. I valori tradizionali che sono ancora dicibili sono quelli che difende Ciampi: la patria¸ il diritto¸ ma valori che abbiano fondamento religioso non ce ne sono più. E presto andranno in crisi anche quelli di Ciampi. Il matrimonio è un valore assoluto? Stando alle manifestazioni di ieri pomeriggio pare di no. Non esiste più quello che c’è nella prima lettura: “Parla¸ Signore¸ il tuo servo ti ascolta”. Notate bene non necessariamente ti ubbidisce¸ ma ti ascolta e ti venera. Poi si può anche disubbidire¸ ma prima bisogna ascoltare con rispetto e¸ direi¸ come si ascolta un maestro che ne sa più di me. Secondo voi¸ è dicibile oggi una frase¸ che sia pure detta a Dio “Ecco¸ io vengo¸ Signore¸ per fare la tua volontà.”? Voi l’avete ripetuta come ritornello¸ fate bene¸ dovete farlo questo¸ però¸ quando ripetete queste frasi¸ qualche volta¸ domandatevi “Ma io sto recitando una parte a cui credo o a cui non credo?” - Sacrificio e offerta non gradisci¸ gli orecchi mi hai aperto¸ non hai chiesto olocausto¸ vittime per la colpa¸ cioè cose¸ allora ho detto: “Ecco¸ io vengo perché sul rotolo del libro di me è scritto di compiere il tuo volere” – Cosa sia il rotolo del libro nessuno l’ha ancora deciso¸ ma è chiaro che è una metafora: Sta scritto per me che devo fare questo. Dove sta scritto? Dove Dio ha parlato¸ io sono qui per ubbidire. Anche Gesù¸ se ci pensate¸ per capire come siamo diversi da Lui¸ diceva: “Sta scritto: io devo andare a Gerusalemme. Sta scritto”. Io capisco che uno potrebbe dire: “Questa è rinuncia alla libertà”. Non è rinuncia alla libertภè un modo di confrontare la libertà con la prescrizione. La domanda che voi dovete farvi è questa: ha ancora senso questa cultura antica e biblica per cui – questo lo dicevano i cristiani – non l’imperatore e neanche il filosofo¸ ma Dio ha diritto di prescrivere. Se non si condivide più questa cultura¸ allora bisogna dire che non c’è più nessuna ragione per imporre e neanche per proporre autorevolmente interpretazioni¸ orientamenti di vita. Basta una gendarmeria¸ la quale impedisca danni fisici immediati al prossimo¸ dopo di che si può fare qualunque cosa¸ e questo è il relativismo. Tutti intuiscono che nel relativismo totale c’è un pericolo. Se ognuno fa quello che vuole¸ allora… Ci vuole il vigile che tiene l’ordine¸ il poliziotto di quartiere. E’ il poliziotto di quartiere la garanzia di una società o è un’autorevolezza¸ come quella di Kant o come quella di Dio? Queste sono cose che vanno pensate nel mondo d’oggi. E un aspetto¸ un punto¸ se volete¸ di nuovo mi riferisco alle manifestazioni di ieri pomeriggio¸ la libertà di gestire il proprio corpo. “Fratelli¸ il corpo non è per l’impudicizia”. La pacs può anche diventare la legalizzazione dell’impudicizia . Notate che non è l’immoralitภè la licenza¸ l’impudicizia¸ ma per il Signore e il Signore è per il corpo perché il corpo verrà risuscitato. Non si dice di frenare tutto¸ no¸ si dice di usare con attenzione. “Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo?” “Membra di Cristo? Il corpo è mio!” Qualsiasi peccato l’uomo commetta è fuori del suo corpo¸ ma chi si dà all’impudicizia pecca contro il proprio corpo che è tempio dello Spirito Santo¸ che avete da Dio e non appartenete a voi stessi. Nessuno oggi accetterebbe questa frase. Il cristiano¸ vedete¸ oggi deve imparare a distinguersi e a continuare a valorizzare¸ sia pure aggiornandole¸ queste concezioni e queste parole. Questa è la testimonianza cristiana. Ma per riuscire a testimoniare queste parole¸ prima bisogna pensarci su¸ controllare se si è convinti¸ se si è d’accordo¸ ragionarne con altri¸ allora sí che si potrà fare l’ultima frase del salmo “Ho annunciato la tua giustizia nella grande assemblea¸ vedi¸ non tengo chiuse le mie labbra¸ o Signore¸ tu lo sai”. Allora organizzo anch’io un bel sabato pomeriggio una manifestazione nella grande assemblea in cui dico che il corpo è del Signore e che noi non apparteniamo a noi stessi e lo dico nella grande assemblea¸ non tengo chiuse le mie labbra. Ma prima che arriviamo ad essere convinti e avere la faccia tosta di fare questo passeranno dei secoli. Ecco¸ vi ho lasciato come sempre delle cose che forse hanno infastidito alcuni di voi¸ ma pazienza¸ cambino chiesa¸ ma che¸ immagino¸ potrebbero esservi utili per pensare.