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Omelia MARIA SS. MADRE DI DIO del 1 gennaio 2006

Utilizza e diffondi il sito di Barzillai. Omelia 1 gennaio 2006 Incomincio con una piccola osservazione un pochino polemica perché a me in fondo piace fare un po’ di polemica e¸ poi¸ cerco di fare un ragionamento più serio. Una volta questa festa si chiamava¸ tanti anni fa¸ la Festa della Circoncisione di Gesù. Dopo il Vaticano II¸ giustamente¸ ha cambiato nome e adesso è intitolata a Maria Madre di Dio. Nel frattempo¸ però¸ il fatto che Gesù sia stato circonciso è diventato uno degli argomenti¸ dei punti¸ cosí¸ per sottolineare l’ebraicità di Gesù¸ Gesù l’ebreo. Anche il Papa di prima disse la famosa frase “Gesù è ebreo per sempre”. Con tutto il rispetto per i papi¸ a me questa sottolineatura insistita sull’ebraicità di Gesù non convince del tutto perché l’unico testo del N.T. che parlerebbe della circoncisione di Gesù è il brano di Luca che abbiamo letto. E se voi ci badate¸ non dice neanche che Gesù fu circonciso¸ lo sottintende. E’ evidente che Gesù è stato circonciso¸ questo lo so anch’io¸ però i testi della Bibbia¸ bisogna leggerli¸ prima di commentarli bisogna leggerli. “Quando furono passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione¸ gli fu messo nome Gesù”. Quello che interessa a Luca è il nome di Gesù¸ com’era stato chiamato dall’Angelo prima di essere concepito nel grembo della madre. La circoncisione c’è ma viene messa fra parentesi. Non so se questo ci debba portare a dire che anche la globale ebraicità di Gesù che c’è¸ non dico che debba essere messa tra parentesi ma deve essere considerata un punto di partenza che viene superato nel modo di vivere di Gesù che si fa uomo tra gli uomini più che ebreo tra gli ebrei. Con tutto questo non sto parlando male degli ebrei¸ sto semplicemente cercando di dire che quello che conta di più è la universalità del valore di Gesù¸ la capacità di Gesù di essere modello di vita¸ e cosí passo al punto serio della predica la capacità di Gesù con il suo modo di vivere da ebreo tra gli ebrei¸ di trascendere¸ ecco questo voglio dire¸ di trascendere i limiti che pure esistevano nell’ebraismo come esistono negli italiani¸ nei francesi¸ nei tedeschi¸ nei vietnamiti e nei filippini. Tutti i popoli hanno grandi tradizioni¸ grandi ricette di cucina¸ grandi pregi e grandi difetti¸ li abbiamo anche noi. Il modo di vivere di Gesù si colloca all’interno dell’ebraismo ma¸ ripeto¸ lo supera¸ lo scavalca¸ lo innalza in un modello di umanità vissuta nell’ebraismo¸ ma che può essere compresa da tutte le persone¸ da tutti gli uomini¸ da tutte le civiltà e da tutte le culture¸ che poi cercheranno di inculturarla e di assimilarla¸ ma la grandezza di Gesù è di essere stato capace di mostrare alcune modalità di vivere da alcuni elementi fondamentali che sono di ogni uomo. E questo mi pare che il N.T. voglia dire di Gesù. Il vecchio Papa era dello stesso parere naturalmente¸ la frase che lui disse “Ebreo per sempre” va intesa nel contesto di una glorificazione di Gesù che trascende ovviamente l’ebraismo perché quello che conta è che noi cristiani¸ e questo è quello che vorrei dire all’inizio dell’anno nuovo¸ noi cristiani dobbiamo continuare ad essere quelle persone che sono convinte che Gesù serve ancora oggi per tutti gli uomini¸ in tutte le culture¸ in tutte le civiltà perché il suo modo di vivere da “uomo” contiene ancora dei suggerimenti¸ degli esempi¸ dei valori che sono necessari¸ indispensabili per il buon vivere degli uomini di tutti i tempi. Altrimenti che cosa ci stiamo a fare noi cristiani nel mondo se non ricordiamo l’importanza di questa persona a cui fu messo nome Gesù. Il nome Gesù significa Salvatore¸ ma non è questo il punto. Quando si dice che gli fu messo un nome è come se si dicesse che questa persona ha acquisito la sua identità e che nel suo modo di vivere da uomo¸ all’interno si di una cultura¸ è diventato un punto di riferimento per tutte le culture che vale anche nella modernità e nella post-modernità. Ecco¸ questo secondo me è il significato fondamentale di questo nome di Gesù che diventa la sigla o il simbolo per sottolineare l’importanza perenne della persona di Gesù. Nella Lettera ai Filippesi c’è un famoso inno che termina con le parole “Perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi in cielo¸ sulla terra e sottoterra e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è Signore”. Quella frase dell’inno ai Filippesi è l’intestazione adatta per la domenica odierna e per l’episodio degli otto giorni dopo la nascita in cui Gesù riceve il nome perché in questo nome¸ e ovviamente nome non è soltanto la parola¸ ma è la sigla che indica l’originalità della persona. Come se un musicista dicesse “Nel nome di Mozart” non è Amedeo il nome¸ ma è il suo modo di gestire il fenomeno musicale che rimane ancora modello¸ esempio¸ fascino. O come si può dire “Nel nome di Michelangelo¸ nel nome di Bach¸ nel nome di Einstein” a seconda della disciplina a cui ci si riferisce¸ si può dire nel nome di San Francesco. Gesù è il nome al di sopra di ogni altro nome. Questa è la sostanza della nostra fede. Questo è anche il modo con cui iniziare un anno nel nome di Gesù¸ nel nome del Signore¸ di fronte al quale¸ non come per le persone che citavo prima¸ il musicista¸ lo scultore¸ lo scienziato¸ ma ogni ginocchio¸ ogni essere esistente nei cieli (allora si credeva che nei cieli ci fossero gli angeli)¸ sulla terra¸ sotto terra (per chi volesse pensare che anche sotto terra ci sono degli essere magari demoniaci) ogni ginocchio si pieghi e ogni lingua proclami. Ovviamente non per una cosa semplicemente esterna ma perché si riconosce¸ come dice la seconda lettura di oggi¸ che “Quando venne la pienezza del tempo Dio mandò il suo figlio”. Che cos’è la pienezza del tempo? E’ il tempo più decisivo e illuminante di tutta la lunghezza della storia. Ci sono molti momenti¸ capite¸ nel fluire del tempo che sono più pieni di altri di valori positivi. Quando Pasteur scopriva i batteri¸ quando è stata scoperta la penicillina¸ quelli sono tempi pieni¸ quando Colombo ha scoperto l’America. E’ chiaro¸ sono tempi pieni¸ pieni di possibilità di sviluppo¸ sono quei momenti nei quali nasce un nuovo indirizzo per il mondo. Noi cristiani siamo convinti che il tempo più pieno di tutti¸ quello che contiene maggior forza di rendere buona la vita¸ non soltanto che so¸ più bella¸ più sana¸ più veloce¸ più rapida¸ più calda¸ più produttiva¸ ma più buona¸ perché tocca la profondità delle coscienze. Ecco¸ il tempo più pieno è quello di Gesù. Ci sono altre personalità religiose che pure hanno riempito in parte il tempo: gli ebrei¸ Budda¸ Confucio¸ chi volete¸ ma persino Marx¸ se volete¸ ha messo dentro qualcosa d’importante nel tempo. Ma a quei nomi nessun ginocchio deve piegarsi. Di fronte a quei nomi si può accoglierli con attenzione¸ con interesse¸ con intelligenza¸ con spirito critico. Anche Gesù va accolto con spirito critico. Ma mentre quei nomi sono sottoposti al nostro giudizio¸ noi nella fede proclamiamo che noi saremo sottoposti al giudizio di Gesù¸ siamo in attesa della sua venuta come giudice¸ quando verrà nella gloria per giudicare i vivi e i morti. E per questo noi diciamo che ogni ginocchio si piega. Non si piega ad altri se non a Gesù. Ecco perché valorizzare come sintesi di questi discorsi¸ e se ne potrebbero fare altri¸ li fate per vostro conto¸ valorizzare il nome: “Gli fu posto nome Gesù”. E San Bernardino da Siena¸ vi ricordate che girava e aveva inventato quel modo di circoscrivere il nome di Gesù in una specie di ostensorio¸ era un modo popolare¸ pratico di ricordare alle persone l’importanza di questo nome. Noi abbiamo bisogno di cose¸ direi¸ meno grafiche e ne abbiamo bisogno soprattutto nella nostra cultura contemporanea che si illude di poter migliorare il mondo con due strumenti: la tecnica da un lato e il mito della libertà dall’altro. Cioè¸ liberalizzare e costruire salva il mondo. Ci vorrebbe molto tempo per ragionare di queste cose¸ ve le lascio soltanto perché cominciate a rifletterci. E’ vero che costruire macchine sempre più capaci di produrre rapidamente risultati aiuta la vita del mondo ed è vero anche che liberalizzare aiuta la vita del mondo. Ma nessuno dei due secondo noi credenti è l’elemento decisivo perché la seconda lettura dice che “Ha mandato il figlio nato da donna¸ nato sotto la legge…perché non fossimo più schiavi ma figli”. Altre volte è vero che Paolo usa la parola libertà… “Non più schiavi ma liberi” ma la sua formula più gradita non è “Non più schiavi ma liberi” ma “Non più schiavi ma figli” e questo è diverso. Tecnica e liberalizzazione ci liberano dalla schiavitù e ci rendono forse semplicemente più potenti e più liberi. Non è il punto più alto. Paolo ci dice: “Avete bisogno di qualcuno che vi renda figli”. Figli della suprema entità che è Dio¸ capaci di vivere con lui un rapporto confidenziale¸ se volete dialettico¸ ma filiale. Anche qui ci vorrebbe del tempo per ragionare su queste cose¸ le lascio anche queste a meditare da parte vostra. Voi come vi sentite nella vita? Bisognosi di libertà o bisognosi di un compito filiale nei confronti di un padre della dimensione di Dio e fratelli di una persona della dimensione di Gesù¸ che ripeto è per quello che riguarda sinceritภbontภrettitudine¸ non per quello che riguarda capacità di comporre musica o progettare macchine¸ Gesù è incapace ma per quel che riguarda ideazione di progetti dal punto di vista della loro validità morale benefica¸ come creatore di amore autentico Gesù è il top¸ è la pienezza del tempo. Ecco¸ come ci sentiamo noi nei suoi confronti? Desideriamo di essere insieme con lui figli che rispondono ad un padre. Ecco¸ può sembrare retorica tutto quello che ho detto stamattina¸ ma secondo me non lo è perché noi abbiamo bisogno di queste immagini¸ di questi confronti¸ di queste metafore. Dobbiamo essere non tanto liberi¸ ma figli e fratelli di colui che è stato ebreo ma è prima di tutto uomo e di colui che ha costituito¸ nella storia che ancora andrà avanti¸ il punto più importante di tutti¸ la pienezza del tempo¸ Gesù. Circolare fra questi pensieri è un modo per verificare fino a che punto siamo veramente cristiani o vogliamo diventarlo.