» Home » Domande - Risposte   » Libro deglio ospiti    » Contatti  
Omelia IMMACOLATA CONCEZIONE B.V.M. del 8 dicembre 2005

(Mancano due minuti all´inizio)Gen 3¸ 9-15; Ef 1¸ 3-6.11-12; Lc 1¸ 26-38. Una delle tante cose interessanti¸ come han fatto notare molte delle teologhe femministe che oggi sono abbastanza numerose e certamente combattive e aggressive¸ su questo non c’è dubbio. Allora¸ dicevo¸ han fatto notare che al serpente viene detto: “Io porrò inimicizia fra te e la donna¸ fra la tua stirpe e la sua stirpe¸ questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno”. Ora è vero che la stirpe della donna è l’intera umanità perché¸ come dice poi il testo “L’uomo chiamò la moglie Eva perché fu la madre di tutti i viventi”¸ quindi alla donna viene detto che tutti i viventi nel loro insieme¸ questa è la stirpe della donna¸ tutti i viventi nel loro insieme saranno in una situazione di inimicizia nei confronti del serpente. Detto in parole più chiare¸ Dio direbbe che dona all’intera umanità la capacità di – attenti bene non di vincere – ma di accorgersi dei pericoli del male. Avere inimicizia non significa necessariamente vincere¸ anche se poi dice: “Ti schiaccerà la testa¸ ma tu le insidierai il calcagno” e si può discutere se questo indica una vittoria o una lotta senza fine. E le due interpretazioni¸ direi¸ che sono equivalenti e¸ nella storia del pensiero cristiano¸ alcuni hanno optato per la prima¸ altri per la seconda. Ma direi che la cosa rimane aperta. Quello che conta è che Dio dice alla donna che l’umanità che discenderà da lei non sarà più ingenua e ingannabile come è accaduto all’inizio¸ perchè Dio instillerà una inimicizia per cui¸ ripeto¸ è la promessa che dappertutto nell’umanità la stirpe della donna sarà in grado di capire i pericoli che nascono dal serpente ovvero¸ detto fuori di metafora¸ la minaccia del male¸ dell’ingiustizia¸ del peccato¸ della colpa. L’uomo sarà in grado di ostacolare tutto questo¸ ripeto¸ non necessariamente di vincere. Ma la cosa interessante è che questo viene sí detto al serpente¸ ma Dio segnala che l’inimicizia prende origine dalla donna¸ non dall’uomo che¸ pure¸ è il primo responsabile. E tutta la tradizione¸ pur essendo stata… Anche se la storia è incominciata con Eva¸ si parla del peccato di Adamo¸ non del peccato di Eva. E¸ nella tradizione biblica e cristiana¸ Eva è messa tra parentesi¸ è il peccato di Adamo a cui si contrappone la vittoria di Cristo. Ma stranamente dicevo¸ l’annuncio di questa inimicizia viene dato al serpente¸ nominando la donna. Quando si parlerà dell’uomo¸ quando Dio si rivolge ad Adamo¸ non gli dice niente a questo proposito e gli dice soltanto: “Dovrai lavorare il suolo col sudore della fronte¸ la terra ti produrrà spine e triboli e tu faticherai per tutta la vita perché sei polvere ed in polvere ritornerai”. E non c’è nessun cenno nel racconto ad un compito dell’uomo nella vittoria contro il serpente ed il male. Anche alla donna vengono preannunciate delle sofferenze¸ che qui appunto sono state saltate nelle lettura liturgica. Come ben ricordate le si dice: “Partorirai i figli nel dolore¸ il tuo istinto sarà verso il marito¸ ma egli ti dominerà”. Anche la donna¸ quindi¸ riceve una pena¸ ma tuttavia al serpente è stato detto: “La donna ti sarà nemica e dietro alla donna la sua stirpe”. La domanda che alcuni oggi si pongono è questa: questo antico testo della Genesi vuol forse dire che incomincia dalla donna la reazione contro il male? Vuol forse dire che nel piano di Dio c’è una priorità della donna nella vittoria del bene sul male? Cosí come c’è stata una priorità della donna nel cominciare il rapporto col serpente¸ ma la colpa è stata poi commesso da Adamo. In altre parole¸ c’è forse nella donna una possibilità di iniziare il recupero e la redenzione dell’intera umanità a cominciare dai maschi¸ perché ad essa viene concessa appunto la grazia di essere quella che inizia l’inimicizia col serpente e la trasmette alla sua stirpe? E’ una domanda. Però¸ per chi considera questi testi dei testi dove Dio potrebbe avere nascosto delle verità che a prima vista non appaiono¸ si pone questa domanda. E ci sono oggi molte donne all’interno della Chiesa che ci chiedono di riflettere se non sia fondata questa ipotesi. La donna potrebbe avere nella storia della salvezza¸ cioè in quegli avvenimenti ed i quelle situazioni che all’interno della complessa storia umana iniziano la consapevolezza del pericolo del male ed¸ eventualmente¸ la lotta contro il male se¸ appunto¸ la donna non abbia in questi avvenimenti una prioritภse non sia portatrice¸ per volontà di Dio¸di una grazia particolare che la rende capace di intuire¸ prima dell’uomo¸ dove sta il male da combattere. Questa è una domanda¸ se cioè anche il cristiano debba riconoscere¸ mentre da bravo laico riconosce nella femminilità tante altre cose¸ che in genere non sono pulitissime¸ se non sia il caso di riconoscere nella femminilità anche una grazia di Dio che consiste¸ come ripeto¸ in questa priorità nell’accorgersi dove potrebbe cominciare la perdizione e la rovina e una capacità della donna¸ quindi¸ di essere colei che dà inizio ad una reazione contro il male. Molti oggi lo sostengono e il fatto che poi succeda nel N.T. un altro fatto di notevole interesse cioè che la presenza di Gesù nel mondo incomincia soltanto da una donna¸ e questo lo vedremo soprattutto domenica 18 quando rileggiamo il racconto dell’annunciazione. Perché Giuseppe non c’entra niente in tutto questo? Perché tutto ricomincia da una donna? Soltanto per rispettare il parallelismo con il fatto che tutto è incominciato con Eva¸ secondo la leggenda delle origini? Oppure perché veramente Dio vuol farci capire che il suo progetto di miglioramento dell’umanità incomincia sempre dalla donna¸ la quale poi lo trasmette in modo che sia poi tutta la stirpe umana che impara a reagire¸ ma è alla madre di tutti i viventi¸ cioè a colei che genera¸ a colei che partorisce spetta il compito e viene data la grazia di intuire che cosa è bene e che cosa è male. Poi lo trasmetterà anche all’uomo¸ se la ascolta¸ perché come è stata quella che ha suggerito all’uomo l’errore iniziale¸ sulla scia di Maria potrebbe essere ogni donna colei che può ricevere da Dio la grazia di suggerire a tutti gli uomini la strada del bene. E’ un’ipotesi interessante¸ se ci pensate¸ e potrebbe essere confermata da un altro particolare del vangelo di Luca¸ che voi conoscete bene. Perché alle volte la sacra Scrittura trasmette dei concetti proprio attraverso il modo con cui inventa i racconti¸ non perché non ci sia un fondamento storico¸ ma dal modo come decide di scriverli. Perché Zaccaria che riceve una annunciazione praticamente identica a quella di Maria e pone anche lui la sua obiezione¸ cioè:”Sono vecchio¸ com’è possibile?”¸ esattamente come Maria che dice: “Ma come è possibile Non sono ancora stata con un uomo?” E l’angelo spiega a Maria con gentilezza: “Non preoccuparti¸ verrà lo Spirito”. La frase di Zaccaria¸ invece¸ è interpretata in maniera che ad ogni lettore appaia narrativamente illogica: “Perché non hai creduto¸ resterai muto”. Perché viene tacitato Zaccaria e viene invece permesso di parlare a Maria¸ la quale poi concluderà il discorso con il famoso “Magnificat”? Non è un altro segno che la Scrittura vuol dire “Abbiate un po’ più di fiducia nella capacità della donna di essere la prima che incomincia la lotta contro il male; perché ha delle doti umane¸ forse¸ e certamente una grazia di Dio che forse Dio intende dare a tutte le donne perché sono donne¸ cosí come ne dà altre a tutti i maschi perché sono maschi. E’ curioso se ci fosse questa prioritภripeto¸ in una grazia di salvezza che sarebbe poi evidenziata in ciò che soltanto la donna può fare e cioè generare una vita umana. Perché è vero che tutto incomincia dall’unione dei due sessi¸ ma colei che porta a termine e che custodisce e fa venire alla luce la vita è la donna. E¸ allora¸ a colei che fa venire alla luce l’uomo viene data anche la grazia di essere colei che illumina l’uomo sulla strada da percorrere nel combattimento contro il peccato ed il male. Allora andrebbe riconosciuta alla parte femminile dell’umanitภed in particolare alla parte femminile della Chiesa una particolare dignità ed un compito particolare. Allora¸ la parola di Maria¸ quella finale “Eccomi¸ sono la serva del Signore”¸ potrebbe essere lo slogan che tutte le donne¸ quelle che ci credono¸ scrivono sulla loro agendina: “Io sono per natura chiamata ad essere la serva del Signore¸ quella che capisce per prima i disegni e la volontà di Dio”. Provate a pensare se in questa impostazione che può sembrare paradossale e poco fondata¸ perché si basa sulle strutture narrative¸ sulle parole usate nel testo¸ però provate a pensare se non ci sia qualcosa di vero.