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Omelia I Avvento - B del 27 novembre 2005

Is 63¸16-17.19;64¸1-7;1Cor 1¸3-9;Mc13¸33-37 Il tema della prima domenica dŽAvvento è lŽattesa del giorno del Signore. Il tema del giorno di Dio è presente già nellŽA.T.ž e nel N.T. si trasformaž come già scrive S. Paolož nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo. Il giorno del Signore sarebbe una metafora per indicare la conclusione della storiaž il giudizio divino su tutto quello che è accaduto. Tra il brano di Vangelo e il brano della lettera ai Corinti cŽè una differenza di accento. Il Vangelo dà lŽimpressione che quando verrà il Signore bisogna stare attenti a non essere colti di sorpresaž e sembra che quello che la parabola vuole inculcare sia la preoccupazionež lŽansia per la eventuale venutaž addirittura il timore. Ci si sente un poŽ a disagio nel sentire questa parola - Vegliate -. EŽ strano che Gesù abbia presentato questa immagine del suo ritorno come qualche cosa di inquietante. EŽ anche il tema della prima lettura. EŽ passato del tempož sembrano lontani i prodigi che Dio ha compiutož e ci siamo dimenticati. EŽ il pericolo della dimenticanzaž della disattenzione. Ugualmente nel Vangelo cŽè la denuncia da parte di Gesù di un pericolo che la fedeltà religiosa venga menož e si finisca per perdere la relazione con Dio. Questa è la situazione che per molti contemporanei è già accaduta. La maggioranza della popolazione dellŽoccidente non è costituita di persone addormentatež ma di persone attente a unŽinfinità di cosež lŽinquinamentož lŽeconomiaž la salute;la prevenzione è il grande dovere morale di oggiž in tutti i campi. Un predicatore moralista potrebbe osservare: attenti a tutto tranne che al rispetto di Dio. Non siamo più abituati a pensare che il giudizio di Dio potrebbe essere quello che viene a disturbare la nostra esistenza. Più forse per lŽimpostazione della vita sociale che non per lŽindividuož perché noi siamo ancora capaci di pensare ogni tanto a quello che Dio penserà di mež ma è la vita collettiva che non ha più questo riferimento al giudizio di Dio sulla programmazione politico-sociale. Non è più diffusa tra la popolazione la convinzione che tra le cose a cui bisogna stare attenti cŽè anche il giudizio di Dio. Ci possono essere delle decisioni che debbono momentaneamente essere fermate non perché cŽè arrivata la nostra ragione a intravederne il pericolo ( come nel caso delle armi nucleari) ma perché la religionež o le religioni ci mettono in guardia. La seconda lettura ha una tonalità diversa. Descrive lŽattesa del Signore come una festaž come qualcosa che sarà una soddisfazione per tutti. Perchéž dice S. Paolož - Dio vi confermerà fino alla fine irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo -. A condizione che si sia ascoltato il Vangeložallora la venuta di Cristo la si può prendere con questa ottimistica attesa. La venuta di Cristo può essere anche vista nella luce con cui la vedeva il Vangelo di domenica scorsaždove il Gesù che viene si presenta come il giudice generoso che a chi aveva dato un bicchiere dŽacqua dice - Entra nel regno preparato per te fino dalla fondazione del mondo-. La generosità di Dio che vede in un piccolo gesto una gran cosa. Le due cose vanno messe insieme e funzionano se continuamente si tengono presenti tutte e due.