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Omelia XIV Domenica Tempo Ordinario Anno A del 3 luglio 2005

. Chi fosse interessato a dare la propria disponibilita´ per effettuare trascrizioni in futuro¸ invii una mail agli indirizzi presenti nella sezione contatti. Grazie. Omelia 3 luglio 2005 Nel Vangelo di Matteo¸ terminato il discorso che abbiamo letto per tre domeniche che Gesù avrebbe fatto ai discepoli mandandoli in giro a predicare¸ dopo quel discorso¸ il Vangelo di Matteo racconta come avvenne la morte di Giovanni Battista e il testo viene saltato¸ non si è letto nelle domeniche. Poi¸ dopo questo episodio¸ ci sono quei famosi detti di Gesù contro le città Cafarnao e Betsaida che non hanno creduto ala sua predicazione e la minaccia che nel giorno del giudizio Sodoma e Gomorra saranno trattate più benevolmente di queste città. Dopo questi episodi c’è il brano che leggiamo oggi¸ che tutti i commentatori considerano uno dei punti più interessanti del Vangelo di Matteo e del Vangelo di Luca¸ dove pure è presente questo testo tranne l’ultima frase “Venite a me voi tutti…” che in Luca non c’è. Questo per dire che forse quello che nel Vangelo di Matteo¸ forse¸ perché nelle note di molte Bibbie c’è scritto il contrario¸ però potrebbe darsi che quello che Matteo ha raccontato subito prima di questo argomento¸ ci faccia capire a che cosa si riferisce l’espressione queste cose “Hai tenuto nascoste queste cose”. Quali cose? La cosiddetta “Bibbia di Gerusalemme” che gira ancora come la migliore Bibbia esistente in italiano dice che queste cose non sono quelle raccontate nei capitoli precedenti¸ cioè la morte del Battista ed il rimprovero alle cittภma sono genericamente tutti i misteri del regno dei cieli. Quando uno stampa una Bibbia e fa le note¸ acquista una autorevolezza da maestro che non si sa che fondamento abbia. Di per sé si potrebbe anche pensare che Matteo¸ mettendo a questo punto questo episodio¸ intende proprio riferirsi a quello che ha appena raccontato¸ cioè l’incredulità. Erode ha fatto ammazzare Giovanni Battista. Giovanni Battista¸ l’uomo di Dio¸ è stato abbandonato perfino da Dio e si è permesso che Giovanni Battista¸ per uno stupido giuramento fatto ad una ragazzina che ballava¸ gli abbia tagliata la testa. Ora¸ una porcheria come quella potrebbe essere una d quelle cose che non si capiscono¸ perché la santità di Giovanni Battista non è stata difesa e perché le città di Cafarnao e Betsaida¸ che hanno conosciuto e visto la vita di Gesù¸ non hanno creduto. Senza dimenticare che da domenica prossima si cominceranno a leggere le parabole che vengono a distanza di un altro capitolo rispetto al testo che leggiamo oggi. Ma anche nelle parabole il problema è questo: che regno è quello di Dio¸ che è privo di forza e che non riesce ad avere¸ se non attraverso delle strane modalitภun successo e un futuro? Che regno di Dio è quello in cui se il nemico che semina la zizzania nel campo non si può far niente fino al raccolto e bisogna lasciarli insieme? “Perché si sa mai che strappando la zizzania rovini anche il grano¸ lascia stare”. Che regno di Dio è questo? Questa è l’impotenza di Dio¸ l’indifferenza assoluta¸ il non sapere far niente. Come non ha salvato Giovanni Battista¸ non salva il grano dalla minaccia della zizzania. Voglio dire¸ Matteo sembra essere interessato a questo mistero. Voglio dire cosa sono queste cose che son state nascoste? E’ quello strano modo di dominare la storia che sarebbe caratteristico del Dio Padre di Gesù che consiste nel non dominarla affatto e nel lasciare che le cose vadano come vanno. Nel permettere che Giovanni Battisa venga assassinato ingiustamente per una stupidina che ha ballato bene di fronte a dei pervertiti? E che¸ appunto¸ le città dove Gesù è stato¸ siano le più incredule di tutte le ciità? “Il regno di Dio è simile a….”. Le sentirete queste parabole¸ dura per tre dmeniche il discorso…. Troverete delle immagini¸ intendiamoci¸ alcune sono anche immagin di crescita¸ con un po’ di lievito messo nella farina che la sviluppa tutta. Ma ci sono anche altre parabole nelle quali sembra che Gesù dica “Il regno di Dio è… niente. Il regno di Dio è accettare le sconfitte che ci sono nella vita ¸ accettare¸ appunto senza reazioni¸ che il Battista muoia come è morto¸ di una morte vergognosa per chi l’ha inflitta e onorifica per lui¸ senza però che ci sia seguito¸ come dice il testo “Vennero i suoi discepoli e lo seppellirono” ed è finito tutto. Ecco¸ se il regno di Dio è questo¸ ecco perché le cose sono state tenute nascoste. Le cose che sono state tenute nascoste¸ come si è detto nella preghiera iniziale che è stata costruita sui testi del Vangelo¸ sono il giogo soave della croce. Cioè¸ le cose che la gente non capisce¸ e che secondo Matteo probabilmente¸ anche cosí¸ da come lui scrive le cose¸ anche i sapienti e gli intelligenti del suo mondo¸ cioè i maestri di fede del giudaismo del suo tempo. Devono essere queste. Se volete anche i maestri del paganesimo¸ metteteceli pure tutti. Non capiscono¸ sono questa strategia di Dio¸ il quale governa il mondo¸ tiene sotto controllo il mondo¸ non liberando dall’ingiustizia¸ dalla sofferenza e dal male¸ ma mandando avanti come esempio suo figlio che la prende su di sé nella croce. Chissà se il giogo che dovete prendere sopra di voi… “Imparate da me che sono mite e umile di cuore” è appunto l’accettazione silenziosa e senza resistenza dell’ingiustizia. E’ il subire di Gesù nella croce il giogo che dobbiamo prendere? Mite e umile di cuore cosa vuol dire? Che non reagisce¸ che non bestemmia¸ che non condanna¸ che non maledice¸ che non disapprova neanche a parole¸ al massimo disapprova nel suo cuore perché il suo cuore è basso¸ è mite. E’ questa accettazone della sconfitta¸ dell’impotenza? E’ la legge della croce quella che Dio ha tenuto nascosto ai sapienti e agli intelligenti? E’ probabile di sí. Però allora capite come questo brano di Vangelo è un brano la cui forma è dolce e confortante ma la cui sostanza è tremenda¸ è dura¸ è forte. Gli affaticati e oppressi che vanno da Gesù e troverebbero riposo¸ non sono delle persone che vengono liberate dal peso¸ ma¸ semplicemente¸ viene sostitito il tipo di peso. Anche questo è curioso. Dice “Io vi ristorerò” allora¸ se ci ristora¸ ci scarica. No¸ “Prendete il mio giogo sopra di voi”. Strana maniera di ristorare questa. “Perché il mio giogo è dolce e il mio carico leggero”. Gesù non viene a liberare dal carico. Che senso ha questa immagine¸ questa metafora? Vuol dire che da una schiavitù si passa ad un’altra¸ dalla sottomissione alla insensata giustizia del mondo¸ si passa ad un altro tipo di sottomissione che è la sottomissione a Dio che è tutta un’altra cosa¸ lo capisco¸ però non si passa all’autonomia¸ alla libertà assoluta e totale¸ appunto alla valorizzazione di quello che io decido e voglio. Non c’è nessun io che emerge. “Venite¸ prendete il giogo¸ imparate da me¸ non da voi…”. E’ interessante questa idea che Gesù sarebbe colui che è venuto a portare nel mondo questa specie di offerta di Dio che consiste nel cambiar padrone. “Prima eravate schiavi degli uomini¸ di Erode¸ adesso fatevi – certo noi cambiamo parola perché abbiamo raffinatezze linguistiche – servitori di Dio”. C’è un vecchio libro francese che commentava l’Esodo “De la servitude au service” – Dalla schiavitù al servizio¸ s’intendeva servizio religioso¸ s’intendeva¸ in un medievale senso aristicratico¸ il servizio del feudatario¸ del vassallo che partecipa alla gloria del suo signore perché può fragiarsi di stemma¸ di piccola corona¸ piccolo castello. E’ servo¸ ma servo di un grande signore¸ l’onore di servire sua maestà il re. Tutte cose che sono scomparse nella nostra cultura. Forse questo Vangelo dice Gesù non vi consegna a voi stessi e alla vostra autonomia che voi chiamate libertภGesù vi consegna a un Signore¸ Signore Dio. “Sí Padre¸ perché cosí è piaciuto a te”. E Gesù e l’evangelista intuiscono che questa strategia divina non solo non la capiscono i prepotenti¸ i violenti¸ gli oppressori come Erode¸ ma non la capiscono neanche i sapienti e gli intelligenti. Perché è curioso anche questo nel Vangelo¸ che la contrapposizione non è¸ come per esempio nel Magnificat Rovescia i potenti dai troni¸ rimanda a mani vuote i ricchi. La contrapposizione non è tra il povero¸ mite¸ umile e il ricco prepotente¸ ma stranamente¸ tra il piccolo e il sapiente. E devo dire che disturba un po’ questa valutazione negativa. “Ti ringrazio perché hai teuto nascosto qeuste cose ai sapienti ed agli intelligenti”. Se ci fosse scritto che le hai tenute nascoste ai ricchi e ai potenti lo accetteremmo facilmente. Perché questa condanna dei sapienti e degli intelligenti? Sottintende forse l’idea che la sapienza e l’intelligenza umana spesso arrivano a considerare come verità a cui chinare la testa degli errori? Significa allora che molte volte quello che i sapienti e gli intelligenti ti propongono come verità e come promozione nella tua vita¸ in realtà è un giogo che ti opprime perché è erroneo? E’ interessante. Vedete¸ quante cose si possono nascondere analizzando bene le parole del Vangelo. Certo¸ è un testo questo di grande importanza perché sotto sotto si vede cosa pensava Gesù¸ intanto dell’agire di Dio che è imporre un giogo. Non togliere ogni restrizione¸ ma imporre la giusta restrizione: il giogo che alla fine risulta soave e leggero perché è adatto alla tua persona¸ perché tu sei uno che deve stare sotto il giogo. Vuol dire questo il testo? Allora non si parla più di libertภma si parla di sottomissione a colui che merita di essere ubbidito che è Dio. Siccome fa caldo¸ tenete presente¸ poi lo leggerete a casa¸ che il ragionamento di Paolo nella lettera ai Romani¸ in forma totalmente differente¸ però è sulla stessa linea. Questo anche per mostrare che pur nella differente impostazione dei discorsi¸ c’è un pensiero unitario nel N.T. “Voi non siete sotto il dominio della carne¸ ma dello Spirito. Voi siete sotto il dominio dello Spirito”. La carne¸ come sapete¸ non è sol il corpo¸ anche¸ è anche l’intelligenza malsana. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo non gli appartiene. Vedete quante parole di appartenenza¸ appunto¸ di legame ci sono anche in san Paolo. “Se lo Spirito di Cristo abita in voi¸ allora Dio risusciterà anche i vostri corpi mortali¸ per mezzo dello Spirito che abita in voi”. Quindi¸ praticamente¸ è una sottomissione allo Spirito che ci produce grandi vantaggi¸ che se voi la vita la cercate nella sottomissione¸ alla vostra mentalità umana¸ morite e basta. Noi siamo debitori (notate¸ un’altra parola di sottomissione¸ per dire che c’è nel N.T. tutta una coerenza nel dire “L’uomo è un essere che viene liberato da falsi padroni per essere consegnato al suo vero signore e padrone che è Dio¸ al quale servire equivale a regnare”¸ come diceva pure un vecchio slogan Servire Deo¸ regnare est. Quindi siete debitori non verso la carne¸ per vivere secondo la carne cioè secondo voi stessi¸ perché in fondo la carne è la sapienza e l’intelligenza umana¸ perchè se vivete secondo la carne morite e stop. Se invece¸ con l’aiuto dello Spirito¸ fate morire le opere del corpo – e qui è curioso che carne diventi corpo¸ che ho detto che carne non è solo il corpo ma anche – vivrete”. Ecco¸ va concepita cosí la vita cristiana e il nostro rapporto con Dio? Cioè come una salvezza che è liberazione sí da entità che ci opprimono senza avere il diritto di farlo¸ non però per consegnarci a una nostra individuale libertà autonoma¸ ma per consegnarci ad una vera Guida¸ ad un vero Maestro¸ ad un vero Signore¸ ad un vero Padre che comanda. Non che fa i regalini¸ a cui si ubbidisce da figli. E’ il passaggio¸ appunto¸ da una schiavitù indebita ad una servitù doverosa.